“Con la storia di Isola s’intreccia quella del fiume Liri (anticamente chiamato Clanis, poi Liris) che è sempre stato fattore determinante dello sviluppo della cittadina. Nei tempi che precedettero la formazione di Roma, l’Isola divenne sede dei Volsci. In epoca romana questa zona divenne un’importante punto obbligato di passaggio, quindi di sosta e di mercato, sia per la strada che conduceva per Fregellae, sia per la strada che da Sora si dirigeva verso Cereate e Veroli, che attraversava il Liri con il Ponte Marmone ancora oggi visibile nei pressi di San Domenico.
Testimoniano la presenza di questi centri i materiali archeologici ritrovati, nella zona di Fòrli, databili in genere al I sec. a.C. (iscrizioni funerarie, un cippo “a pigna”, tombe alla cappuccina, ecc). Dalla storia medievale si hanno, di nuovo, documentazioni, che attestano le origini del nucleo abitativo del centro storico di Isola. Intorno all’anno 1010, il gestaldo di Sora ed Arpino, Pietro I° Rachis, dette la giurisdizione di questo territorio ai suoi figli; da essi ne derivò, probabilmente, la denominazione di “Insula Filiorum Petri” che Isola conservò fino all’Evo Moderno. La famiglia Boncompagni impiantò una rameria e una fabbrica di panni di lana nella contrada che prese il nome di Gualcatoio (oggi Valcatoio); nella località Carnello sorse una cartiera, azionata dalle acque del Fibreno. Ai Boncompagni si deve anche la costruzione di edifici religiosi quali: il Convento dei Francescani (trasformato dai francesi, agli inizi del secolo XIX, nella Cartiera del Fibreno); la Cappella di Santa Maria delle Grazie e la Chiesa di S. Lorenzo, nel centro del paese, ai piedi del castello. I Boncompagni domineranno su Isola fino al 1796, quando questo territorio passò al Regio Demanio di Napoli e il Castello si chiamò, quindi, Regio Palazzo.
E’ a seguito della politica del Governo Borbonico per incoraggiare gli imprenditori e favorire la nascita e lo sviluppo delle industrie del Mezzogiorno, che furono varate una serie di leggi, tra cui quella che elevava il dazio sulla importazione della carta e sulla esportazione degli stracci, in quel tempo unica materia prima nella produzione cartacea. L’industria della carta, quindi ebbe una notevole espansione in alcune zone del Regno di Napoli. La Valle del Liri, attraversata dal fiume omonimo e da un ricco affluente quale il Fibreno, rappresentò uno di questi luoghi. Grazie alle sue acque, che potevano produrre forza motrice per le macchine industriali, la cittadina ebbe un notevole impulso sotto il dominio francese.
Il centro storico cittadino si sviluppa su un'isola formata dal fiume Liri il quale, all'altezza del Castello Boncompagni Viscogliosi si divide in due bracci che formano ciascuno un salto di circa trenta metri: la Cascata Grande (Verticale) e la Cascata del Valcatoio (o, anticamente, del Gualcatojo). La Cascata Grande è formata dal braccio di sinistra del fiume, ed è alta circa 27 metri: una delle poche cascate a trovarsi nel centro storico di una città. Anche per valorizzare le bellezze e la storia del nostro territorio abbiamo aderito al Progetto WiFI Italia, far parte di una rete pubblica è un servizio in più per i nostri cittadini, e una opportunità per i turisti che visitano la nostra cittadina”