Il paese venne eretto tra l'XI e il XII secolo sui ruderi di un pago chiamato Sextantio, dal latino "Sextantia", ad indicare la distanza di sei miglia romane da Peltuinum, importante crocevia dei traffici che da Roma giungevano sulla costa adriatica e alla vicinanza con il Tratturo regio, strada maestra della transumanza di connessione tra L'Aquila e Foggia.
Nel XIII secolo appartenne alla Baronia di Carapelle, divenendo in seguito possedimento dei Piccolomini e quindi, dalla fine del XVI secolo, della potente casata medicea. E' sotto la guida di Francesco de' Medici che il borgo visse il suo periodo di massimo splendore, intorno al commercio della lana "carfagna", una lana nera di tipo grezzo prevalentemente usata per le uniformi militari e per il saio dei monaci, prodotta a Santo Stefano e lavorata a Firenze.
Nel XVIII secolo, il borgo entrò nell'orbita del Regno delle Due Sicilie e divenne possedimento privato del Re di Napoli fino all'Unità d'Italia; in seguito, alla privatizzazione dei Tavolieri delle Puglie, ha termine l’attività millenaria della transumanza e inizia un processo di decadenza del borgo. Ma la triste realtà dello spopolamento del borgo ha avuto anche un risultato positivo poiché tutt’oggi, camminando negli stretti vicoli si può ammirare uno tra i Borghi più Belli D’Italia.
La grave emergenza sanitaria che sta colpendo il nostro Paese ed il mondo intero è una situazione che mai avremmo pensato di vivere.
Già il terribile terremoto del 2009 ha fortemente provato le nostre vite; dopo 11 anni le ferite sono ancora indelebili nelle nostre anime, ma nonostante tutto siamo riusciti a rialzarci.
Ora questo nemico, silenzioso ed invisibile, ci costringe ancora una volta e ancora di più a sconvolgere la nostra quotidianità, lontani dagli affetti più cari, dal calore degli abbracci, di cui, magari inconsapevolmente, ne avevamo sottovalutato l’importanza, calore di cui oggi più che mai sentiamo un disperato bisogno. Ma non dobbiamo permettere che tutto questo ci butti giù.
Siamo gente forte, siamo gente di montagna che non si arrende facilmente.
Attraverso la infrastrutturazione della fibra internet le nostre aree interne sono ormai connesse con il mondo, un grazie ad Infratel che in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo ha dato luce e vita a questo progetto. La connessione nei due punti nevralgici del Borgo consente a chi torna anche solo per un weekend e a tutte le migliaia di visitatori alla scoperta del nostro piccolo presepe, di connettersi, aggiornarsi con il mondo esterno.
Da qui ripartiremo per tornare a valorizzare le nostre origini, per cercare una nuova e più profonda dimensione umana al fine di migliorare la vivibilità del nostro territorio, ma soprattutto delle nostre vite.
E’ auspicabile una ritrovata e rinnovata presenza nei nostri amati luoghi per troppo tempo abbandonati e spopolati, dobbiamo continuare a valorizzarli, renderli il più possibile vivibili anche attraverso la realizzazione di interventi tecnologici che possano migliorarne la dimensione umana.