Sviluppatosi attorno al tempio in onore della dea Eca (Acca Dia, da cui il nome), Accadia è uno dei borghi più caratteristici del Subappennino Dauno, posto a 650 metri s.l.m., adagiandosi tra i colli, immersa nel verde lussureggiante dei suoi boschi secolari. Incantevole borgo, ben collegato, si trova a ridosso del confine campano, a poca distanza da Bovino e Ascoli Satriano e a meno di 50 km da Foggia. Pur essendo stato ammesso alla provincia di Foggia solo nel 1927 – vanta invece origini antichissime, come dimostra il Rione Fossi antica cittadella medievale, posta nel cuore del paese che, conserva in gran parte il suo aspetto originario. A renderlo unico è un mosaico di grotte, alcune preistoriche, e antiche abitazioni oggi in via di valorizzazione. In epoca romana fu un importante luogo di culto, ricco di templi e abitato da numerosi sacerdoti; in epoca medievale, invece fu una roccaforte pensata proprio per custodire i tesori nascosti nei templi. Il nucleo medievale di Accadia, venne abbandonato in seguito al terremoto del 1930. A seguito del terremoto dell’Irpinia gli abitanti abbandonarono il Rione Fossi trasferendosi nelle zone più basse della collina. Questo piccolo villaggio fantasma ove il tempo sembra essersi fermato e tutto aleggia in una dimensione di eterno presente è caratterizzato da stradine strette, vicoli tortuosi, antiche abitazioni medievali e resti di piccole chiese, la parte più antica del Rione Fossi si sviluppa sul versante roccioso, con case scavate nella roccia come quelle che sorgono tra i caratteristici Sassi di Matera.
All’interno del borgo si possono ammirare i resti del Palazzo Ducale. Di fianco all’antico Arco di porta di Capo, che era un tempo la porta d’accesso al borgo, vi è una piazzetta intitolata al Cancelliere Ranuccio Zannella, eroico difensore di Accadia durante l’assedio del 1462. Tutto tace, domina l’abbandono e la vegetazione tra le antiche casette bianche in pietra e le stradine a forma di chiocciola. Un’atmosfera suggestiva, quasi da film affascinante e travolgente. Tra l’ingresso al borgo antico detto Arco di Porta di Capo e la ottocentesca Fontana Monumentale con lo stemma di Accadia (che sembra un Pantheon in miniatura), sentinella dell’omonima piazza sorge la Torre dell’orologio, eretta nel 1883 delimita insieme alla fontana monumentale piazza Ferro, costruita in pietra martellata e mattoni colorati è alta 12 metri e larga 6 metri. Parzialmente distrutta dall’assedio aragonese del 1462, mentre l’8 dicembre 1954 è stata collocata una Madonna a protezione dell’intero paese.
Spostandosi di pochi metri, all’inizio di Via Borgo, sorge il Museo civico di Accadia, nel cinquecentesco Palazzo Vassalli, la cui facciata presenta una bellissima loggia con archi, trasformato nel 1999 in un piccolo ma ricco contenitore di reperti antichi e medievali, oltre che di oggetti della tradizione contadina e artigiana accadiese. Il museo è suddiviso in quattro sale, nella sala del Museo civico vengono organizzate periodicamente iniziative legate all’attività museale e non solo.
Nella vallata del Rotato, sono presenti i resti di una Taverna Romana, che testimonia la presenza romana nella zona dal rinvenimento di numerosi reperti archeologici.
Tra i monti della Daunia, nel territorio comunale di Accadia, lungo le falde meridionali del Monte Crispignano ad un’altitudine di 1039 metri s.l.m. è situato il Santuario della Madonna del Carmine ove secondo tradizione, sulla sommità del monte apparve la Madonna in una fenditura della roccia ad un pastorello tra il 1200 e il 1300. A Giuseppe Recco duca di Accadia si deve la realizzazione della cappella nel 1694 e la donazione del bassorilievo marmoreo raffigurante la Madonna ed il bambino.
Basta affacciarsi dal Belvedere di Piazza Matteotti, per ritrovarsi davanti al paesaggio del Subappennino Dauno, un paradiso di sorgenti d’acqua, rocce affioranti e distese di verde tra Bosco Paduli e le Gole di Accadia, dove fermarsi per un pic-nic all’ombra delle querce secolari. Il Bosco Paduli si trova a circa 5 km da Accadia, in direzione Deliceto e fa parte dell’area di interesse Comunitario “Accadia - Deliceto”. L’area caratterizzata dalla presenza di numerosi esemplari arborei secolari, in particolare nella zona centrale del bosco in cui si apre un’ampia radura ove si svolge il concerto finale del Festival Accadia Blues che di solito si svolge ogni terza domenica di luglio. L’area naturalistica offre la possibilità di effettuare varie attività, come trekking e passeggiate a cavallo, grazie alla rete di sentieri attrezzati. Le Gole di Accadia note anche come Gole di Pietra di Punta, si possono raggiungere a piedi dall’omonimo paese, percorrendo un sentiero e facendosi guidare dagli esperti del territorio. Riconosciuta come zona protetta, è davvero un paesaggio incontaminato che si presenta al visitatore escursionista come un tempo, ossia selvaggio e primitivo, le gole si presentano come due pareti di roccia calcarea ripide e bianchissime, che vengono fuori dalla vallata del Torrente Frugno; nascosto tra la vegetazione delle gole si trova anche un bellissimo lago. Oltre al paesaggio circostante che rapisce al primo sguardo, non perdetevi la Chiesa di Santa Maria Maggiore con la sua caratteristica fontana con l’edera.